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L’orchestra

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E, dalla cosmologia, si dipartono come fili intrecciati di un tessuto prezioso, una serie di riflessioni, “rimandi e corrispondenze” direbbe l’artista, …  che hanno stimolato Armanda Verdirame a esplorare tematiche di grande respiro. Gli studi condotti in ambito cosmologico intono al 2001-2003, sulle onde sonore, hanno portato l’artista a riflettere sulla musica del cosmo. Del 2001 è una grandiosa installazione: “Semi-ritmica 2000: l’orchestra come metafora di vita”, formata da 24 spartiti in terracotta sostenuti da leggi in ferro. L’installazione è stata, negli anni, riproposta in altre occasioni, l’ultima della quale al Museo della Permanente, nell’abito della mostra “Chaosmos”, novembre/dicembre 2019.

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Essere o apparire

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Una riflessione filosofica più che mai attuale nella nostra contemporaneità così legata al virtuale, una dicotomia esistenziale tradotta in opera d’arte.

L’opera è stata realizzata in terracotta nel 1993 e costituiva uno dei cinque elementi di un’installazione realizzata nel 1997 per la mostra Il filo e il seme, organizzata da  Riccardo Barletta. Questa serie aveva vinto un Primo Premio ex equo, al Concorso di Nova Milanese nel 1993. In seguito l’opera è stata realizzata in due copie in bronzo. Le misure della scultura sono 40 x 40 cm, profondità 20 cm.

 

 


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Abbà Pater

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libro in terracotta a due pagine, incastrate tra loro.
Misure 30 x 20 cm. Il libro-scatola è stato realizzato per papa Giovanni Paolo II in occasione delle celebrazioni del Giubileo 2000. L’opera è stata  consegnata dall’artista in uno dei mercoledì di ricevimento al pubblico.

Abbà Pater conteneva il CD musicale d’oro prodotto da Radio Vaticana e pubblicato da  Sony Classical  a ricordo dei canti che il papa aveva eseguito con i giovani durante numerosi viaggi. La scultura conteneva anche le stampe dei testi di tutti i canti.

 

 


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Armonie… Se la terra, se l’uomo, se il cielo…

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Tra le mostre più importanti ed esaustive è sicuramente da annoverare Armonie… Se la terra, se l’uomo, se il cielo… svoltasi nel 2006 nel parco dell’Hotel Villa San Paolo di San Giminniano (Siena), organizzata da Stefano Gagliardi.

Nel testo critico, Luciano Caramel così si esprimeva:

La dimensione prima delle opere più recenti di Armanda Verdirame è quella cosmogonico-cosmologica. Una dimensione antica della scultura, nel suo senso più ampio, dai menhir paleolitici alla “Colonna senza fine” di Brancusi, che, con Armanda, io credo mantenga una sua sostanziale validità; anche oggi, in un mondo sempre più segnato dall’inafferrabilità dell’elettronica, che inevitabilmente pare rendere anacronistiche siffatte coordinate febbrili, fino addirittura a mettere in discussione la possibilità medesima (nel senso d’una frequentabilità non archeologica) del fare scultura con le tecniche e i materiali di sempre. La Verdirame lavora appunto in questa ambiziosa direzione, utilizzando soprattutto l’argilla, che plasma e quindi cuoce, con riti e ritmi che sono quelli di sempre e che in quanto tali di per se stessi hanno una loro significanza: alternativa, nel senso propositivo del termine, poiché vi si afferma un radicamento antropologico nell’ originario, fecondando atti e materie, con la pregnanza del simbolo primario”.