Monthly Archives: Maggio 2022

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L’Enciclopedia delle donne

Category:articolo,Cosa c'è di nuovo

Armanda Verdirame è stata inclusa nell’Enciclopedia delle donne (www.enciclopediadelledonne.it), il sito che si propone di portare alla conoscenza di tutti nomi e cognome e storie di donne che hannno fatto e fanno la Storia. 

Come si legge sul sito  “… senza la storia delle donne – di tutte le donne – non si fa una bella Storia: si fanno degli schemi, delle approssimazioni, dei riassunti che non somigliano più a niente. E che fan danno…”

La pagina dedicata ad Armanda Verdirame è raggiunngibile da questo indirizzo:

www.enciclopediadelledonne.it/biografie/armanda-verdirame/


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Installazioni ambientali

Category:articolo,in evidenza

Le opere di Armanda Verdirame si valorizzano particolarmente negli spazi aperti proprio per la profonda, intrinseca e appassionata naturalità connessa a esse

Scudo su prato, Chiostro del Conservatorio “F.E. Dall’Abaco”, Verona. Installazione per la mostra Decumano secondo, Verona 1994

 

“Tempio sacro per la vita: le quattro forze cosmiche, acqua, terra, aria e fuoco stanno a proteggere il mistero della vita, dilaniato dall’intervento dell’uomo”. Armanda Verdirame

Installazione per la mostra Amnios al Castello Visconteo di Somma Lombardo, 1998

 

Alcune immagini della mostra Armonie …se la terra, se l’uomo, se il cielo…, alla Galleria Gagliardi di San Gimignano, 2006


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Il tema della memoria

Category:in evidenza

Come un’idea melodica, il tema della memoria scorre nel lavoro di Armanda Verdirame attraverso diverse forme e ambiti di pensiero. E il concetto di sedimentazione si esprime in tutta la sua forza.

Arriva così il sito archeologico, formato da vari elementi in terracotta, a volte lavorati con la tecnica raku per renderli colorati e impreziositi da iridescenze lucide, a volte opachi nelle varie tonalità della terra, dal marrone più chiaro a quello più scuro, al color bronzo, al rosa ambrato. Rappresentano i resti di antiche città coperti dalle stratificazioni accumulate nel tempo. 

L’indagine dell’artista si addentra in un passato tanto lontano da evadere qualsiasi cronologia per divenire leggendario e mitico e, proprio per questo, imago di un tempo universale che abita comunque e sempre dentro di noi.

E oltre al sito archeologico il percorso di esplorazione sui sentieri della memoria è particolarmennte evidente nelle stalattiti e stalagmiti, forme che hanno parecchio suggestionato l’artista, proprio perché materia che si forma goccia dopo goccia in un lento e impassibile processo di sedimentazione.

Al tema della memoria si ricollega anche un altro soggetto: il sigillato, quel rotolo di fogli in terracotta che gli antichi Sumeri usavano per conservare i conteggi relativi alle quantità di raccolto. Nei sigillati di Armanda Verdirame è conservato il messaggio che deve essere tramandato al futuro, il messaggio di una natura minacciata e a rischio di estinzione e l’opera diventa anche una sorta di “archivio della memoria”. 

Anche i libri dell’artista si ricollegano al tema della memoria e della sedimentazione  e, in essi, il linguaggio dei semi acquista tutta la sua potenza. La terra e i semi sono elementi primordiali che Armanda Verdirame “impasta”. Nella sua poetica, infatti, il seme è come un chip: la componente più elementare di un linguaggio universale senza tempo che esprime la sofferenza ancestrale dell’umanità. Proprio in quanto custodi del “DNA”, i semi rappresentano la memoria da affidare al futuro. È come se Armanda ricercasse la voce di Gaia, la Terra ferita dalle offese dell’uomo. Questi semi, creando solchi, rilievi, strappi, fratture, sottolineano la fragilità umana. 

Il sito archeologico

 

 

Stalagmiti e stalattiti

 

 

 

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Sigillati

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Libri

 

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In difesa degli alberi

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Il 2020 è stato eletto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Anno Internazionale della Salute delle piante”. Armanda Verdirame che, da sempre con la poetica del seme, affida alle sue opere un messaggio di allerta sulla salute della natura, propone questa immagine di albero malato, un tronco spezzato e scavato, sofferente di aggressioni e siccità. I suoi semi sono le lettere di un alfabeto universale in grado di dar voce all’emergenza ambientale.

L’immagine dell’opera è stata pubblicata sull’Agenda degli artisti del 2020, pubblicazione annuale della Libreria Bocca di Milano.

L’opera costituisce  anche un progetto di una fontana da realizzarsi in grande scala.

… ho pescato nella terra quei semi che, via via, nel tempo, sono destinati a perdersi nella memoria collettiva ed ecco che li ho riagganciati alla terra affinché quella memoria potesse rimanere come sigillo…”-

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Semi-bacter e animali

Category:in evidenza

Un percorso di ricerca particolarmente suggestivo e originale è quello che ha portato l’artista a creare  i “semi-bacter” e gli “animalidi”. Dal tema cosmologico a quello ambientale.

Sempre da un imput cosmologico nasce il lavoro di Armanda Verdirame sui “semi-bacter”. In particolare dalla scoperta che, all’interno di rocce e di meteoriti esistono batteri vitali che, se messi a giusta dimora, potrebbero riprendere a vivere. Viene spontaneo parlare di una personale “panspermia” (dal greco “tutto” e “sperma, seme”). La rappresentazione di questi “semi-bacter” si colloca nella costante riflessione dell’artista sull’origine della vita e conferma, ancora una volta, la sua capacità di coniugare scienza e scultura in un arpeggio di poesia del cosmo in grado, da un lato, di offrire un argine all’ansia di un interrogativo ancora oggi irrisolto, dall’altro di condurre quel filo evanescente che collega micro e macro-cosmo.

Un altro percorso di riflessione dell’artista è rappresentato dai “mostri” o “animalidi”: creature tra il deforme e il minaccioso alle quali l’artista affida il compito di denunciare le tante aggressioni e minaccie alle quali oggi la natura è sottoposta. Mostrum, prodigio, portento, segno degli dei e volontà divina: l’etimologia della parola ci conduce a svelare il significato della tematica accolta dall’artista, qualcosa che, nello spavento che procura, lancia un messaggio forte. Qualsiasi società, in ogni spazio e tempo, ha avuto e ha i suoi “mostri” e, se una civiltà si definisce nella capacità di elaborare culturalmente i suoi mostri, l’assenza di tale percorso genera caos e violenza. La “proposta” di Armanda Verdirame va letta in questa direzione.

Succede, a volte, che fatti di attualità creino corrispondenze e sintonie con un’ispirazione artistica. Questo è accaduto ad Armanda Verdirame quando, nel 2020, riflettendo sul dramma del pandemia da Corona virus 19, ha ripensato ai suoi semi-bacter e ai suoi mostri. Come si è espressa l’artista: “Ho messo insieme opere realizzate in tempi lontani con opere più recenti e mi sono resa conto che in modo premonitivo, avevo realizzato degli animali inventati, costituiti di sola testa e lunghe zampe, oppure solo teste piene di cicatrici, ma aperte… all’interno delle quali fuoriescono inquietanti filamenti blu elettrico. Intrecciando queste formazioni inventate fin dagli anni 2000, ho sentito che i mostri di ieri, potevano rappresentare bene i mostri da virus di oggi…. evocando anche l’origine animale che si è ipotizzata. Anche in queste opere ho inserito quei semi che sempre utilizzo come motivo conduttore della mia ricerca poetica, perché ci rappresentano la vita, quella vita che tutti noi vorremmo salvaguardare. Ma in agguato però, ci sono gli strappi e le lacerazioni, così come nelle nostre realtà!”.

Sul volume curato dal Museo della Permanente, intitolato Look art vol. 3. L’arte al tempo del Covid, è stata pubblicata un’elaborazione grafica di animalidi e e semi-batter.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’orchestra

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E, dalla cosmologia, si dipartono come fili intrecciati di un tessuto prezioso, una serie di riflessioni, “rimandi e corrispondenze” direbbe l’artista, …  che hanno stimolato Armanda Verdirame a esplorare tematiche di grande respiro. Gli studi condotti in ambito cosmologico intono al 2001-2003, sulle onde sonore, hanno portato l’artista a riflettere sulla musica del cosmo. Del 2001 è una grandiosa installazione: “Semi-ritmica 2000: l’orchestra come metafora di vita”, formata da 24 spartiti in terracotta sostenuti da leggi in ferro. L’installazione è stata, negli anni, riproposta in altre occasioni, l’ultima della quale al Museo della Permanente, nell’abito della mostra “Chaosmos”, novembre/dicembre 2019.

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Essere o apparire

Category:in evidenza

Una riflessione filosofica più che mai attuale nella nostra contemporaneità così legata al virtuale, una dicotomia esistenziale tradotta in opera d’arte.

L’opera è stata realizzata in terracotta nel 1993 e costituiva uno dei cinque elementi di un’installazione realizzata nel 1997 per la mostra Il filo e il seme, organizzata da  Riccardo Barletta. Questa serie aveva vinto un Primo Premio ex equo, al Concorso di Nova Milanese nel 1993. In seguito l’opera è stata realizzata in due copie in bronzo. Le misure della scultura sono 40 x 40 cm, profondità 20 cm.

 

 


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Abbà Pater

Category:articolo,in evidenza

libro in terracotta a due pagine, incastrate tra loro.
Misure 30 x 20 cm. Il libro-scatola è stato realizzato per papa Giovanni Paolo II in occasione delle celebrazioni del Giubileo 2000. L’opera è stata  consegnata dall’artista in uno dei mercoledì di ricevimento al pubblico.

Abbà Pater conteneva il CD musicale d’oro prodotto da Radio Vaticana e pubblicato da  Sony Classical  a ricordo dei canti che il papa aveva eseguito con i giovani durante numerosi viaggi. La scultura conteneva anche le stampe dei testi di tutti i canti.

 

 


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Armonie… Se la terra, se l’uomo, se il cielo…

Category:in evidenza

Tra le mostre più importanti ed esaustive è sicuramente da annoverare Armonie… Se la terra, se l’uomo, se il cielo… svoltasi nel 2006 nel parco dell’Hotel Villa San Paolo di San Giminniano (Siena), organizzata da Stefano Gagliardi.

Nel testo critico, Luciano Caramel così si esprimeva:

La dimensione prima delle opere più recenti di Armanda Verdirame è quella cosmogonico-cosmologica. Una dimensione antica della scultura, nel suo senso più ampio, dai menhir paleolitici alla “Colonna senza fine” di Brancusi, che, con Armanda, io credo mantenga una sua sostanziale validità; anche oggi, in un mondo sempre più segnato dall’inafferrabilità dell’elettronica, che inevitabilmente pare rendere anacronistiche siffatte coordinate febbrili, fino addirittura a mettere in discussione la possibilità medesima (nel senso d’una frequentabilità non archeologica) del fare scultura con le tecniche e i materiali di sempre. La Verdirame lavora appunto in questa ambiziosa direzione, utilizzando soprattutto l’argilla, che plasma e quindi cuoce, con riti e ritmi che sono quelli di sempre e che in quanto tali di per se stessi hanno una loro significanza: alternativa, nel senso propositivo del termine, poiché vi si afferma un radicamento antropologico nell’ originario, fecondando atti e materie, con la pregnanza del simbolo primario”.