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Come un’idea melodica, il tema della memoria scorre nel lavoro di Armanda Verdirame attraverso diverse forme e ambiti di pensiero. E il concetto di sedimentazione si esprime in tutta la sua forza.
Arriva così il sito archeologico, formato da vari elementi in terracotta, a volte lavorati con la tecnica raku per renderli colorati e impreziositi da iridescenze lucide, a volte opachi nelle varie tonalità della terra, dal marrone più chiaro a quello più scuro, al color bronzo, al rosa ambrato. Rappresentano i resti di antiche città coperti dalle stratificazioni accumulate nel tempo.
L’indagine dell’artista si addentra in un passato tanto lontano da evadere qualsiasi cronologia per divenire leggendario e mitico e, proprio per questo, imago di un tempo universale che abita comunque e sempre dentro di noi.
E oltre al sito archeologico il percorso di esplorazione sui sentieri della memoria è particolarmennte evidente nelle stalattiti e stalagmiti, forme che hanno parecchio suggestionato l’artista, proprio perché materia che si forma goccia dopo goccia in un lento e impassibile processo di sedimentazione.
Al tema della memoria si ricollega anche un altro soggetto: il sigillato, quel rotolo di fogli in terracotta che gli antichi Sumeri usavano per conservare i conteggi relativi alle quantità di raccolto. Nei sigillati di Armanda Verdirame è conservato il messaggio che deve essere tramandato al futuro, il messaggio di una natura minacciata e a rischio di estinzione e l’opera diventa anche una sorta di “archivio della memoria”.
Anche i libri dell’artista si ricollegano al tema della memoria e della sedimentazione e, in essi, il linguaggio dei semi acquista tutta la sua potenza. La terra e i semi sono elementi primordiali che Armanda Verdirame “impasta”. Nella sua poetica, infatti, il seme è come un chip: la componente più elementare di un linguaggio universale senza tempo che esprime la sofferenza ancestrale dell’umanità. Proprio in quanto custodi del “DNA”, i semi rappresentano la memoria da affidare al futuro. È come se Armanda ricercasse la voce di Gaia, la Terra ferita dalle offese dell’uomo. Questi semi, creando solchi, rilievi, strappi, fratture, sottolineano la fragilità umana.
Il sito archeologico
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Stalagmiti e stalattiti
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Sigillati
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Libri
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