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VOCI DALLA SUPERFICIE

Category:Cosa c'è di nuovo

VOCI DALLA SUPERFICIE 

Bozzetto d’arti per

“EPITOME” di ARMANDA VERDIRAME

di e con

SILVIA COLOMBINI 

soprano d’arti  

Giovedì 16 novembre ore 18.00

Galleria Scoglio di Quarto

Via Scoglio di Quarto, 4, Milano

 

Silvia Colombini è artista di fama internazionale che ha rivoluzionato la figura classica del soprano d’opera, ideando una nuova forma di teatro musica – chiamata “bozzetto d’arti” – che unisce l’arte performativa, canto e recitazione, all’arte figurativa.

L’artista canta in 15 lingue ed esegue un ampio repertorio dall’opera lirica fino al cross-over.

Il bozzetto “Voci dalla superficie” dà letteralmente voce ad alcune opere della Verderame; Colombini fa idealmente germogliare il canto dai semi di cui le opere materiche sono cosparse: il canto giapponese Tsubasa wo Kudasai (Dammi le ali) accompagnerà le terre dei Libri e delle Ciotole Raku. Il brano è un inno alla ricerca della felicità (ali per volare via dai problemi e dalle preoccupazioni della vita) e richiama dunque il significato della parola giapponese Raku (serenità, gioia di vivere). Ma non solo. Il brano crea un’immagine ideale che ci mostra il libro stesso come una paio di ali dispiegate alla conoscenza e quindi alla libertà.

Non mancheranno i riferimenti alla cultura classica, per le Lune e per gli Scudi.

Per le prime, Colombini reciterà in metrica in greco antico il famoso Plenilunio di Saffo (Fr.4) e, senza soluzione di continuità, eseguirà uno dei canti più belli mai dedicati all’astro lucente: la canzone della luna di Dvořák, tratta dall’opera Rusalka.

Per gli Scudi, che con le loro crepe sono per la Verdirame allo stesso tempo simbolo di forza ma anche di caducità della vita, Colombini entra nella mitologia greca richiamando il mitico scudo di Achille. Il monologo richiama il disperato atto d’amore di Teti, madre di Achille, che fa forgiare per il figlio un nuovo scudo col quale egli vendicherà l’uccisione del compagno Patroclo. Ella è cosciente di fornire al figlio uno strumento di protezione che è però allo stesso tempo anche uno strumento di morte per l’avverarsi della profezia. Il testo rielabora l’omerico XVIII canto dell’Iliade, con la poesia del poema novecentesco The Shield of Achilles del britannico Wystan Hugh Auden.

Durata: circa 10 minuti

 

Silvia Colombini e Armanda Verdirame nel corso della serata